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Fabergé alla Corte del SiamAmore dell'arte o strategia diplomatica ?

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Fabergé alla Corte del Siam

Il Signor Rattakorn Mongkoltham, tailandese di Bangkok, autore del testo che segue, redatto in francese, ha fatto una parte dei suoi studi in Francia. Laureato della Sorbona in archeologia e storia dell’arte, si è specializzato in storia della gioielleria.

Nei primi mesi del 2012, Khun Rattakorn ha pubblicato un libro intitolato “Changthong Luang Haeng Phramahakasat” (Gli orafi della famiglia reale), sulla collezione di gioielli Fabergé e Cartier della famiglia reale tailandese. A tal fine, la famiglia reale gli aveva concesso l’accesso alla sua collezione privata.

Il libro ripercorre la storia della famiglia dei gioiellieri Fabergé in Russia e mette in luce il rapporto tra la corte del Siam e le Ditte Fabergé e Cartier, fornitrici della Casa Reale russa. Re Rama V (Chulalongkorn) era un appassionato collezionista dei gioielli creati da entrambe le Ditte.

Perchè il re incaricava gioiellieri stranieri di lavorare per la Casa reale, quando in Tailandia non mancavano artigiani altrettanto raffinati e rinomati ? Oltre all’amore della gioielleria il monarca aveva in mente qualche strategia diplomatica ?

All’occasione di una conferenza tenutasi il 29 settembre 2011 presso il Museo Nazionale di Bangkok, Khun Rattakorn ha ripreso e riassunto i principali elementi sviluppati nel suo libro. Oltre ai grandi lineamenti storici, l’autore ha fatto conoscere al pubblico le immagini di alcuni dei favolosi gioielli che compongono la collezione della famiglia reale tailandese.

Khun Rattakorn è scomparso prematuramente nel marzo 2014.

E’ in suo onore che pubblichiamo qui appresso il testo della sua conferenza.


Introduzione

Re Rama V (Chulalongkorn) fu un monarca lungimirante che cerco’ di proteggere il Siam dalle ambizioni coloniali delle potenze europee, per mezzo di riforme volte all’ammodernamento del suo paese e alla trasformazione dell’immagine stereotipica allora diffusa in l’Europa.

In un contesto caratterizzato da tentativi di colonizzazione, il monarca, per la sua apertura al mondo europeo, così diverso da quello del Siam, dimostro’ che il regno asiatico era in grado di competere con Stati più potenti.

Rama V fece consapevolmente uso dell’arte come arma politica, cio’ che gli permise di presentare il Siam come una nazione moderna.

Gli storici fanno spesso riferimento a un periodo chiave, tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del XX° secolo, ove il Siam sperimento’ importanti cambiamenti al confronto delle “nuove sfide europee contro le autorità tradizionali”; queste mutazioni erano la conseguenza diretta della crescente influenza europea nel Sud-Est asiatico.

Il tema di questa conferenza, “Fabergé alla corte del re Rama V”, sottolinea questa significativa apertura del Siam verso il mondo esterno, attraverso uno spirito d’innovazione nelle relazioni internazionali che rivelo’, agli albori del XX° secolo, una passione condivisa e riconosciuta, comune all’Oriente e all’Occidente.

L’espansione europea nel Sud-Est asiatico

In Europa, il periodo compreso tra la metà dell’Ottocento e gli inizi del XX° secolo venne considerato un tempo di conflitti armati, con la sua quota di perturbazioni dinastiche, trasferimenti di popolazioni e la concorrenza per il potere e la ricchezza vigente tra burocrati, imprenditori, aristocratici e proprietari terrieri.

Questi cambiamenti profondi stimolarono l’espansione europea, che ricordero’ brevemente : l’incremento della popolazione europea, la rivoluzione dei trasporti e i miglioramenti nel campo della navigazione, la maggiore disponibilità del credito e l’abbondanza del capitale.

Di conseguenza, il Sud-Est asiatico divenne attraente per via delle sue risorse esistenti e potenziali per le monocolture agricole, come lo zucchero, il caffè e il riso. Inoltre, la regione non era stata toccata dai grandi cambiamenti verificatisi in Europa dopo le guerre napoleoniche.

I paesi del Sud-Est asiatico reagirono rapidamente ai cambiamenti e alle mire colonialiste dell’Europa. I loro dirigenti cercarono di deviare queste tendenze o di adattarvisi. Le varie riforme da essi realizzate permisero loro di evitare un dominio totale da parte dell’Europa.

Tuttavia, dal 1870 in poi, molti territori del Sud-Est asiatico furono ufficialmente occupati dalle potenze coloniali. I britannici si stabilirono in Birmania, gli olandesi in Indonesia e i francesi in Indocina.

Pertanto, il Siam divenne una posta importante nella competizione tra Gran-Bretagna e Francia. Così, nel 1885, l’occupazione britannica della Birmania ebbe come conseguenza la creazione, nel 1887, di un vice-consolato francese a Luang Prabang, nel Laos.

Queste ripetute sfide sfociarono su vari accordi di confine, relativi per esempio al confine tra la Birmania e il Siam, ma anche al riconoscimento da parte del regno del Siam, nel 1893, della sovranità francese sulla riva sinistra del Mekong.

Tra il 1907 e il 1909, diversi territori sfuggirono al controllo del Siam : la Francia ottenne il Laos e la Cambogia, la Gran Bretagna i sultanati di Kedah, Perlis, Kelantan e Trengganu in Malesia.

Tuttavia, il Siam rimase l’unico paese della regione che l’imperialismo europeo non riusci’ a dominare completamente.

Come il Siam, unico paese del Sud-Est asiatico, riusci’ ad evitare la colonizzazione

Per essere coronata da successo, la resistenza alla colonizzazione richiese una serie di riforme politiche, economiche e culturali. In particolare, i sovrani del Siam seppero modificare ed adattare le arti decorative e l’architettura europee a scopi politici, usandole come strumenti per promuovere una nuova immagine del loro paese. In questo modo  evidenziarono chiaramente la loro intenzione di provare che il Siam moderno era uguale alle potenze europee che avevano cominciato a colonizzare la regione.

Nel 1850, la presenza europea nel Siam si limitava ad alcuni missionari domiciliati nella capitale.

A differenza di suo padre Rama II e del fratellastro Rama III, entrambi fortemente coinvolti nelle guerre contro i paesi vicini e negli affari con la Cina, re Mongkut (Rama IV) dimostro’ un grande interesse per la tecnologia e le scienze europee.

Durante i ventisette anni che trascorse come monaco buddista prima della sua ascesa al trono nel 1851, all’età di cinquantasette anni, imparo’ dai missionari europei le lingue straniere e le scienze.

Sotto il suo regno il Siam divenne uno dei primi esportatori di riso e legno di teak. In seguito al rapido sviluppo del commercio internazionale, Bangkok si trasformo’ in una grande città marittima, con i suoi fondaci e negozi.

Re Rama IV comincio’ a costruire strade ed edifici pubblici, assunse insegnanti e traduttori europei. Il monarca e la sua corte adottarono i principi e le tecniche europee nella gestione degli affari internazionali.

Lo sviluppo dei contatti internazionali si fece sentire anche nell’architettura, dato che, secondo il re, il suo paese abbisognava di tecnologia europea per le costruzioni. Di conseguenza, Mongkut fece costruire vari edifici in stile europeo, onde accogliere i diplomatici stranieri in un ambiente destinato a mostrare loro il lato civilizzato del Siam.

Allo stesso modo cambio’ anche i costumi, come l’abbigliamento, le buone maniere a tavola, il protocollo, ecc. Questa nuova vicinanza con l’Europa si manifesto’ anche nell’aggiunta di nuovi eventi al calendario reale, come le date d’incoronazione, i compleanni dei sovrani, ecc. Dimodochè tutti i giorni feriali del calendario monarchico siamese vennero copiati dal modello europeo.

Re Chulalongkorn, il volto moderno della monarchia

Il figlio di Mongkut, re Chulalongkorn , ovvero Rama V, nacque nel 1853 e ascese al trono nel 1868, all’età di quindici anni. Sin dalla giovinezza suo padre aveva preparato il figlio ai compiti del suo stato e familiarizzato il giovane principe con la politica permettendogli di partecipare a quasi tutte le udienze concesse da suo padre.

Inoltre, il re assunse una vedova inglese, Anna Leonowens, come professore di lingua e cultura inglesi per il principe Chulalongkorn, gli altri suoi figli e le concubine reali.

Alla morte del padre, il principe Chulalongkorn era ancora minorenne per cui la reggenza venne affidata, fino al 1873, al nobile Chaya Phra Sri Suriyawong. Il reggente autorizzo’ il giovane a visitare le colonie britanniche ed olandesi a Giava, in Malesia, Birmania e India.

Durante il viaggio, il giovane principe scrisse e pubblicò nel “Siam Weekly Monitor” una descrizione degli insediamenti che aveva visitato, designandoli come “il modello più civilizzato della politica”. D’altronde, un articolo pubblicato al principio del regno di Rama V nel “Direttorio del Siam” sostenne che le colonie britanniche e olandesi in Asia rappresentavano un buon modello di sviluppo per il Siam.

Nel 1873, dopo l’incoronazione definitiva, Chulalongkorn intraprese diverse riforme che dimostrarono l’interesse e la passione del re per i tempi moderni. Creo’ un Consiglio della Corona e un Consiglio di Stato dotati di poteri consultivi, di ricerca e di legislazione. A capo di questi consigli mise parenti o amici stretti, tutti giovani e motivati, avidi di trasformare lo Stato secondo la morale buddista pur soddisfacendo le aspettative europee.

Dopo l’ascesa al trono, re Rama V riformo’ innanzitutto l’organizzazione del governo, aboli’ la schiavitù e standardizzo’ la pubblica istruzione. Inoltre, le riforme sfociarono nella creazione di uno spazio aperto ai modelli artistici europei.

Come risultato del suo primo viaggio in Europa, re Chulalongkorn parvenne a consolidare la posizione del suo paese nella geopolitica mondiale. Nel 1897 e 1907, quando effettuo’ i suoi due viaggi oltremare, Rama V fu il primo monarca siamese a mettere piede in Europa.

Grazie alle sue competenze diplomatiche e personali nel trattare con i monarchi e governi europei e, in modo meno diretto, attraverso le ambasciate e i consolati presenti a Bangkok, il Siam riuscì’ a trasformare la sua immagine nel mondo intero mostrando l’intenzione di adottare i modelli europei.

Il primo viaggio, fatto nel 1897, fu concepito come un tentativo di ottenere il sostegno europeo per rafforzare la sovranità siamese nel Sud-Est asiatico, minacciato dall’accordo franco-britannico del 1896.

Rama V visito’ l’Italia, la Francia, la Germania, l’Austria-Ungheria, il Regno Unito, la Russia, il Belgio e la Danimarca. In particolare, il re creo’ una forte relazione con la famiglia reale russa; più tardi, mando’ uno dei suoi figli a studiare in Russia.

I buoni rapporti con lo zar Nicola II di Russia risalivano al 1891, quando il futuro monarca russo, allora principe ereditario, visito’ il Siam.

Gli stretti legami d’amicizia tra i due paesi contribuirono ad evitare al Siam di essere colonizzato dalla Francia. In diverse lettere scritte al principe Chipravati Voradej, il re  descrisse a suo figlio i successi diplomatici presso lo zar Nicola II di Russia, che impedirono alla Francia d’invadere il Siam.

Le arti nella creazione dell’immagine moderna del Regno

Durante il processo di modernizzazione del Siam, numerosi architetti europei contribuirono a dare una nuova apparenza ad alcuni edifici prestigiosi del Siam. Tra questi architetti si rilevano i nomi degli italiani Carlo Allegri, Annibale Rigotti e J. Grassi, nonchè di John Clunish.

L’europeizzazione dello stile architettonico divenne più visibile durante il regno di Rama V e si manifesto’ nell’adattamento degli stili europei al gusto siamese.

La famiglia reale e gli aristocratici dimostrarono il loro interesse per il mondo europeo anche in altri campi artistici, come il disegno, la fotografia e la moda. Sotto il regno di re Chulalongkorn, l’arte europea divenne lo stile preferito della corte reale.

Tra l’altro, Rama V ingaggio’ architetti italiani e tedeschi per progettare e sorvegliare i progetti di costruzione nel Gran Palazzo e in altri siti. A differenza dei progetti realizzati sotto gli auspici di suo padre, dove lo stile europeo venne completamente reinterpretato dagli architetti siamesi, le costruzioni del Gran Palazzo, durante il regno di Rama V furono le prime ad adottare un autentico stile europeo.

L’edificio più interessante è il Phra Nang Thi Chakri Mahaprasat, ovvero la residenza principale di Rama V. La costruzione iniziò nel 1876 e fu completata nel 1882. Il re commissiono’ a due architetti inglesi la progettazione del salone della Corte del Siam. In precedenza, tali architetti avevano elaborato il progetto del Palazzo del Governo di Singapore, in stile neo-rinascimentale.

Il Phra Nang Thi Chakri Mahaprasat presenta una miscela di stili neo-rinascimentale e tailandese : inizialmente fu concepito con cupole emisferiche sulla parte superiore del tetto. Tuttavia, il Reggente chiese agli architetti di modificare le cupole, dando loro la forma di una guglia secondo la tradizione siamese, conosciuta come prasat, forma architettonica riservata alla gloria della sovranità reale. 

Nel 1907, durante il secondo viaggio in Europa, Rama V arricchi’ la propria collezione d’opere d’arte con l’acquisto di diversi oggetti europei.

Il re incarico’ Galileo Chini di dipingere gli affreschi della Sala del Trono Anantasmakhom. Tali affreschi ornavano il soffitto dell’edificio, ma il lavoro venne completato solo nel 1915, sotto il regno di re Vajiravudh (Rama VI). Gli affreschi rappresentano i prime sei re della dinastia Chakri nonchè i principali eventi verificatisi durante i loro regni.

Inoltre, re Chulalongkorn visito’ vari edifici e monumenti memorabili europei. A Bangkok, il viale Ratchadamnern, che collega nel giardino Dusit il Gran Palazzo al Palazzo Reale, fu progettato in modo da ricordare i Champs-Elysées di Parigi.

Rama V, protettore delle arti

Come già suo padre, re Chulalongkorn si interesso’ all’arte europea, divenne un famoso specialista nel campo delle arti e riportò a casa ceramiche, oggetti in vetro e cristallo, stoviglie, gioielli, ornamenti e bagagli europei.

Chulalongkorn capi’ anche le possibilità offerte dal ritratto, non solo nel campo della fotografia, ma anche in pittura e scultura. A suo parere i ritratti reali potevano risultare utili per far conoscere la corte all’estero e soprattutto per mostrare ai dirigenti europei che anche i dirigenti siamesi facevano parte del mondo civilizzato.

Considerando il gesto come un segno di amicizia, Rama V adotto’ la tradizione europea di inviare ritratti reali ad altri sovrani. Di conseguenza, le fotografie della famiglia reale siamese furono inviate a varie botteghe europee con l’incarico di riprodurle.

Nel corso del suo viaggio in Europa, re Chulalongkorn ebbe il piacere di incontrare numerosi artisti e pittori, soprattutto italiani. Poso’ inoltre negli studi dei suoi artisti preferiti, Cesare Fantacchiotti ed Edoardo Gelli.

Attraverso l’interesse per le arti, Chulalongkorn volle svelare ai diplomatici stranieri un altro aspetto del proprio progetto di modernizzazione. Pur non essendo paragonabili a quelle delle corti reali europee, le sue collezioni rivelano il gusto siamese per i ritratti in stile europeo.

Nella sala del trono Mahaprasat, un ritratto di gruppo della famiglia reale siamese fu posto accanto a ritratti di sovrani europei, presumibilmente come simbolo d’uguaglianza davanti alle potenze europee.

Fabergé presso la Corte del Siam

Fondata nel 1842 a San Pietroburgo, la società Fabergé, con i suoi grandi creatori che producevano bigiotteria per il mondo intero, era considerata una delle aziende più rinomate tra i gioiellieri europei, al punto che numerosi collezionisti e musei si interessavano alle loro creazioni.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del XX° secolo, Fabergé creo’ moltissimi oggetti d’arte di gran pregio, famosi per la loro bellezza e originalità: le uova di Pasqua imperiali, le statuine intagliate in pietre dure, le scatole e astucci in metalli preziosi, i mazzi di fiori, diademi, pendenti, le collane e molte altre cose.

Nel 1885, lo zar Alessandro III concesse per la prima volta alla Società Fabergé un brevetto imperiale di fornitore della corte imperiale russa.

Per oltre un quarto di secolo, Fabergé divenne il fornitore preferito delle famiglie reali, degli aristocratici e dell’alta società, tra l’altro presso le corti di Svezia e Norvegia, del Regno Unito, della Danimarca e, naturalmente, del Siam.

Due volte l’anno, la Società Fabergé inviava i suoi rappresentanti nel Siam. Inoltre, varie creazioni Fabergé furono portate nel Siam dal principe Chakrabongse, che aveva trascorso diversi anni a San Pietroburgo in seno al “corpo dei paggi”. Poco dopo il ritorno di Chakrabongse nel suo paese, la Società Fabergé ricevette numerose ordinazioni dai principi siamesi, dallo stesso re Rama V e dalla regina Sawabha Phongsri. La maggior parte delle ordinazioni riguardavano le nefriti scolpite e gli smalti in miniatura con diamanti incastonati.

Le fotografie dei membri delle famiglia reale tailandese, dei palazzi e dei templi furono inviate in Russia come modelli per le miniature destinate a decorare astucci da sigarette, spille e pendenti. Questi oggetti d’arte servirono allo scambio di doni tra la famiglia reale siamese e le famiglie reali europee e, naturalmente, anche tra i membri della famiglia reale siamese.

Ispirandosi alla tradizione russa delle uova di Pasqua, ma conformemente ai propri costumi, a Capodanno la corte siamese offriva regali tradizionali.

Il ciclo tradizionale siamese è composto da 12 anni, che prendono ciascuno il nome di un animale. Nel 1913, anno del maiale, la corte siamese ordino’ una serie di braccialetti a ciondolo e altri oggetti con l’immagine di un porcellino.

La maggior parte degli oggetti destinati  alla corte del Siam vennero realizzati in stile europeo, benché alcuni abbiano mantenuto lo stile siamese. All’uopo si utilizzarono disegni, fotografie e campioni specifici portati appositamente dal Siam.

Nel corso della loro relazione, soprattutto nel 1897, durante la prima visita di Stato in Europa, re Rama V ricevette vari doni dallo zar Nicola II. Nel diario di viaggio che tenne durante questo primo viaggio in Europa, Rama V ricorda quanto abbia apprezzato il portasigarette offertogli dallo zar.

Chulalongkorn visito’ anche personalmente la boutique Fabergé a San Pietroburgo dove comprò alcuni regali per i familiari.

Da allora in poi, la famiglia reale siamese divenne uno dei più fedeli clienti di Fabergé come pure l’unico cliente orientale del grande gioielliere.

I rapporti tra la corte reale del Siam e la Società Fabergé si mantennero inalterati per oltre un secolo. Di conseguenza sarebbe interessante approfondire lo studio dei legami tra i due interlocutori e del ruolo svolto da Fabergé nelle relazioni internazionali della Tailandia sotto il regno di re Chulalongkorn : nonostante il costo elevato, l’acquisto di un gioiello potrebbe aver celato ragioni di strategia politica.

A quel tempo si forgiarono legami storici molto forti che continuarono a mantenersi durante vari decenni.

Certamente la passione per i gioielli europei, in particolare quelli prodotti in Russia dalla Società Fabergé, deve essere considerata come un contributo al rafforzamento dei legami egualitari del Siam con certi paesi europei, in particolare la Francia, desiderosi di colonizzare nuovi territori in Asia.

Dopo la rivoluzione di febbraio 1917 e l’abolizione della monarchia assoluta in Russia, la Società Fabergé chiuse definitivamente i battenti.

(Traduzione : Cosimo Nocera)




 

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